Quando: Domenica 11 settembre
Ritrovo: Parcheggio della fornace a Jesi ore 7.00
Partenza e Arrivo: Spoleto – Sant’Anatolia di Narco
Lunghezza del Percorso: circa 18,0 km
Difficoltà del percorso: Media. Per escursionisti e famiglie
Durata del Percorso: 7h circa
Attrezzatura: Borraccia (almeno 1L di acqua), Torcia frontale, K-Way, preferibilmente scarpe da trekking
La storia della ferrovia Spoleto Norcia
La ciclabile Spoleto Norcia corre sul sedime di una vecchia ferrovia, una delle tante ferrovie abbandonate che tra l’inizio e la metà dello scorso secolo univa i piccoli paesi della provincia italiana. In questo caso Norcia, i molti borghi della Valnerina e la piana di Spoleto.
Una ferrovia ingegneristicamente di grande pregio che con un complesso sistema di trincee, gallerie e viadotti colmava il dislivello altimetrico di questo territorio montagnoso. In tutto 19 gallerie e 25 tra ponti e viadotti costruiti con tecniche modernissime per l’epoca.
La tecnica utilizzata fu quella dello scartamento ridotto utilizzato nelle ferrovie di montagna, mutuando l’esperienza svizzera in materia. Un capolavoro di ingegneria civile composto da viadotti, spesso con tratti elicoidali, pendenze oltre il 4%, trincee e gallerie, tra le quali una di valico lunga ben 1936m.
Proprio per questo fu soprannominata il piccolo Gottardo Umbro.
Il percorso
La ciclabile Spoleto Norcia oggi parte da Spoleto. Più precisamente nei pressi dello svincolo della SS Flaminia, fuori del centro abitato (320m slm). Il tratto iniziale è quello più difficoltoso per pendenze. Qui la pendenza media è del 3% per raggiungere in 8 km quota 620m alla galleria di valico. Il fondo è sterrato ma decisamente compatto e senza alcuna difficoltà per tutto il percorso.
Aggirata la collina ecco la prima delle due gallerie del Cortaccione e poi l’omonimo viadotto, il più alto di tutto il percorso. 5 imponenti arcate con un’altezza massima di 60m sull’omonima valle.
La ciclabile Spoleto Norcia prosegue in salita con pendenza costanza fin sotto la prima arcata del Viadotto della Caprareccia. Qui entra in una trincea elicoidale che porta direttamente sul viadotto. Superato quindi il viadotto sulla Fossa Borgiano si scopre la prima delle tante stazioni dismesse della vecchia ferrovia e la sopra citata galleria di valico Caprareccia che, nei suoi 1936m attraversa tutta la montagna per sbucare poi sopra la Valnerina. Impossibile attraversarla senza luci, ma attraversarla è un’esperienza davvero unica. Appena dentro si è immersi in un buono totale e il barlume dell’uscita è un puntino che sembra non avvicinarsi mai. Qualche pipistrello accompagna fin quasi all’uscita. Appena fuori una trincea scavata nella roccia a dare il benvenuto sui pendii della Valnerina.
Lasciata la galleria della Caprarecia l’ambiente cambia del tutto. La ciclabile qui si immerge nei fitti boschi di leccio in un tratto in discesa davvero spettacolare. Viadotti e gallerie elicoidali come quelli del Tassinaro e Vallegiana accompagnano fino a Sant’Anatolia di Narco.