Massimo Ferretti - Biografia

Nasce a Chiaravalle il 13 febbraio 1935 da Aurelio (1902/1965) e da Jole Lucchetti (1904) secondo la toponomastica popolare, in viale dei Tigli (attuale viale della Vittoria).

Il padre è geometra, la madre maestra elementare. Completa il quadro familiare Zaira Fenucci, giovane domestica che rimarrà a servizio in casa Ferretti per circa quarant’anni.

Nel febbraio ‘39 nasce Maurizio, suo unico inseparabile fratello. Nel ‘41 inizia a frequentare la scuola elementare di Chiaravalle ma già nel ‘42 quella che gli sarà diagnosticata come un’endocardite reumatica si manifesta con intermittenti dolori nella zona del mediastino. Fu così costretto fin dalla più tenera età a lunghe assenze da scuola e ripetute visite specialistiche ad Ancona e Roma.

Al passaggio del fronte la famiglia sfolla in un convento diroccato dalle parti di Belvedere Ostrense (An) dove inizia un diario che distruggerà solo nel ‘47. A liberazione avvenuta nel luglio del ’44 ci fu il ritorno a Chiaravalle.

Le prime entusiastiche letture di Salgari, Verne e altri classici dell’avventura si alternano ai giochi e agli scontri fra bande di ragazzi sul greto dell’Esino. Dopo la licenza elementare Massimo frequenta la scuola media di Chiaravalle all’epoca una sezione distaccata della «Leopardi» di Ancona e poi successivamente il ginnasio di Jesi. Nell’ottobre ‘51, aggravatesi le crisi dovute alla malattia, si trasferisce con la famiglia a Jesi, prima in un appartamento di via Gramsci 7 e poi in una villa di periferia, al numero civico 5 di via Lorenzo Lotto.

Intorno al ‘52 le prime decisive letture (Rimbaud, Eliot, Montale) e le sue prime prove letterarie: poesie, racconti, drammi. A scuola scrive temi eccezionali ma è disastroso nelle altre materie. In seconda liceo viene bocciato ed è costretto a ripetere l’anno scolastico. Scoperta la sua vena poetica si fanno difficili i rapporti col padre che sogna per il primogenito una tranquilla professione borghese e stenta ad assecondarne il talento poetico.

Frequenta Natale Anconetani, squisito scrittore locale e suo mentore. Nel maggio ‘54 stampa per i tipi della Maia di Siena il poemetto Deoso. Spedisce a Elio Vittorini i primi racconti, con esito negativo.

Viene riformato alla visita di leva. Nell’estate ‘55 consegue la maturità classica due mesi dopo avere stampato, ancora a proprie spese, la prima silloge di Allergia a Jesi, nella tipografia di Elio Civerchia. Spedisce la plaquette a giornali e riviste letterarie. Pier Paolo Pasolini se ne entusiasma e ne illustra una prima scelta sulla rivista bolognese «Officina» (febbraio’56).

Nel novembre ‘55 si iscrive alla facoltà di giurisprudenza dell’università di Perugia dove si stabilisce nel gennaio ‘56. Qui conosce Gianfranco Canestrari, d’ora in avanti fraterno amico suo e di Maurizio. Nel dicembre ‘57 conosce Pasolini a Roma: l’incontro ha un esito inaspettato e un poco imbarazzante. Continuano a deteriorarsi i rapporti col padre.

Dopo ripetute bocciature agli esami Massimo si trasferisce all’università di Camerino (ottobre ‘59) dove c’e già Maurizio e dove rimarrà iscritto, senza mai laurearsi, fino alla metà degli anni sessanta.

In quel periodo Massimo fu scosso dal suicidio del cugino venticinquenne Giovanni R. e dalla vicenda trarrà materia per il suo romanzo d’esordio. Giorgio Bassani gli pubblica su «Botteghe Oscure» il poemetto autobiografico La Croce Copiativa.

Nel gennaio del 61 è a Roma a cercare pane e libertà: vive in camere ammobiliate prima in via Annia Faustina poi in via Teulada. Frequenta con discrezione e circospezione l’ambiente letterario: vede con assiduità Pasolini e Attilio Bertolucci. Dall’aprile dello stesso anno collabora alla pagina libri di «Paese sera», e durerà fino a dicembre. Suoi testi appaiono in varie riviste. Da tempo lavora a Rodrigo.

In ottobre supera una selezione per funzionari RAI ma non viene assunto perché ritenuto fisicamente inidoneo; in dicembre alcune sue poesie edite e inedite sono scelte per una trasmissione del Terzo Programma radiofonico da Attilio Bertolucci. Durante la primavera ‘62 svolge attività promozionali per conto dell’editore Longanesi, in luglio inizia come recensore la collaborazione a «Il Giorno», mentre il padre gli dona un piccolo appartamento (in via Tofana n. 14, nel quartiere di Montesacro) dove può terminare la quarta stesura di Rodrigo.

Angustiato da problemi economici e da un impiego stabile che non riesce ad ottenere, nel dicembre inizia a scrivere Il gazzarra. Nel febbraio del ‘63 pubblica con Garzanti la raccolta complessiva di Allergia e nel maggio, con lo stesso editore, il romanzo Rodrigo: entrambe le opere, tranne rare eccezioni, sono accolte dalla critica con freddezza o con aperta ostilità.

In agosto vince, con Allergia, il Premio Viareggio «Opera Prima». La prima settimana di ottobre fu convocato a Palermo per il convegno inaugurale del Gruppo 63 e per l’occasione vi legge un capitolo del Gazzarra. In novembre esce il suo ultimo pezzo su «Il Giorno».

Intensifica la collaborazione con le riviste e gli autori della neoavanguardia quali Nanni Balestrini, Alfredo Giuliani, Antonio Porta. Nel novembre ‘64 partecipa, ma solo in veste di spettatore, al convegno di Reggio Emilia del Gruppo 63. L’improvvisa scomparsa del padre (febbraio ‘65) gli impone un ritorno a Jesi.

Decide, in contrasto con Pasolini, di pubblicare Il gazzarra nel settembre del ‘65) non con Garzanti ma con la Feltrinelli: il silenzio e l’ostilità della critica sono quelli consueti. Fra il 3 e il 6 settembre prende parte al convegno palermitano del Gruppo 63 sui problemi del romanzo sperimentale.

Tornato dunque a Jesi, eredita insieme con il fratello un’attività commerciale nel settore dei prefabbricati edilizi: fino all’estate ‘67 non ha un attimo di sosta. Stanco, deluso, non scrive più. Lavora girando in macchina le Marche, l’Abruzzo e il Lazio. Nel ‘66 inizia a studiare sistematicamente l’inglese.

Dal giugno all’agosto ‘67 è a Londra per perfezionarsi. Abbandonato il commercio nella primavera del’68, il 28 settembre sposa a Roma con rito civile Nilvia Sansoni (già sua compagna di classe al liceo). testimoni dello sposo sono Nanni Balestrini e Renato Pedio. Inizia a tradurre professionalmente dall’inglese: un romanzo della Brooke Rose che uscirà da Feltrinelli nel ‘71 e vari testi anglosassoni di psicologia e antropologia che compariranno tutti presso la Casa Editrice Astrolabio (‘71/’75).

Il 28 gennaio ‘70 nasce il figlio Folco. Conduce vita appartata e clandestinamente, inizia la stesura di Trunkful, romanzo semiautobiografico. Massimo Ferretti muore la notte del 20 novembre 1974, nel sonno, in seguito a crisi cardiaca: due giorni dopo la salma viene traslata da Roma alla cappella di famiglia del cimitero di Jesi.

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